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giovedì 30 novembre 2023


                                    Can. Daniele Ajello  (1845-1915)




La figura mirabile del can. Daniele Ajello è stata sempre viva nella mente e nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e  hanno fruito della ricchezza spirituale che emanava la sua distinta personalità. Ammirazione  e rispetto   caratterizzano il rapporto che Daniele Ajello come cittadino, sacerdote ed educatore  ha saputo instaurare con professionisti, operai, artigiani, giovani e il popolo tutto. Nato a Mazara il 19 gennaio 1845 da Luigi Ajello e da Clementina Montuora,   chiuse la sua esperienza terrena nella stessa città  nel 1915 (otto luglio). Cresciuto alla scuola di ottimi genitori dove la fede e le virtù civili erano il vero emblema della bontà, fu educato ai più sani principi cristiani: amore verso Dio e il prossimo, amore verso la patria. Il Padre, Luigi Ajello , oriundo dalla Campania, era fortemente simpatizzante delle nuove idee che serpeggiavano nel mondo politico del tempo ed, arrivato a Mazara, mise a disposizione la sua piccola tipografia per contribuire con prudenza alla causa risorgimentale mentre la polizia teneva sotto osservanza la situazione politica    nella città di Mazara governata dal vescovo Salomone, amico personale del Re borbonico, ma amante del vivere sereno, uomo di pace,  desideroso solo di una soluzione pacifica tra liberali e conservatori.  In questo clima liberaleggiante crebbe il piccolo Daniele. La Curia vescovile si serviva della tipografia della famiglia Ajello, e la madre, donna Clementina, di profonda fede cristiana e di virtù angelica, affidò presto l’ educazione religiosa e culturale dei figli alla scuola del Seminario vescovile in Mazara, uno dei principali centri di cultura del tempo. Nicolò, fratello maggiore, divenuto sacerdote, dotato di forte ingegno presto divenne membro del Capitolo della cattedrale, ma  morì giovanissimo all’età di anni 27.  Daniele, di ingegno assai sveglio, si distinse    sempre tra gli alunni migliori per la vivacità del suo carattere e l’entusiasmo con il quale seguiva e idee del tempo che circolavano nell’Istituto per la presenza di alunni quale Simone Corleo, Antonino Castiglione e di dirigenti del Seminario quale l’arcidiacono Giuseppe Ingianni e il can. Giovanni  Errante Parrino nonché il padre Luigi Domingo e parecchi esponenti del rinnovamento risorgmentale che portò all’unita d’Italia. I saggi di Scienza e Lettere del seminario di Mazara, pubblicazione annuale di grande interesse storico e culturale, evidenziano il nome di Daniele Ajello e di Antonino Castiglione come gli alunni più prestigiosi e promettenti, le intelligenze eccezionali sulle quali puntavano i superiori del Seminario Vescovile.

Daniele Ajello insigne educatore

Ordinato sacerdote dal vescovo mons. Carmelo Valenti il 10 novembre 1867, celebrò la prima Messa nella chiesa di sant’Agostino e in quella occasione  mons. Gaspare Storiano, suo ex docente, additò al popolo il novello sacerdote con le parole del vangelo: “Magister adest et vocat” sicuro presagio del carisma e dei talenti di don Daniele Ajello;  si dedicò infatti subito con fresca energia ed ammirevole impegno all’educazione cristiana e culturale della gioventù della quale fu un autentico apostolo. A Mazara creò la Società di Mutuo Soccorso  della quale fu eletto presidente e richiamò attorno a se i giovani e gli operai per offrire loro assistenza spirituale e formazione culturale. Rettore della chiesa di san Basilio ed assistente spirituale dell’oratorio del “sangue di Cristo” fu instancabile  nella sua missione di pastore e di maestro apprestando la sua opera nella società del tempo  dove gli analfabeti arrivavano all’82%.. Pienamente convinto che era necessario operare in tal guisa, chiese l’autorizzazione di trasformare  l’oratorio del “Sangue di Cristo” in scuola pubblica dove la sera si riunivano confrati, operai e giovani apprendisti per apprendere liberamente e gratuitamente i rudimenti della cultura: leggere, scrivere e fare i conti. I risultati furono sorprendenti, gli alunni assai numerosi e, non bastando più il piccolo oratorio, si resero necessari i locali annessi ala chiesa di sant’Agostino. Il regio Provveditore, venuto ad ispezionare  la scuola, lodò l’iniziativa dell’Ajello,  si compiacque con tutti i suoi collaboratori e per la prima volta invitò il Comune a gratificare l’iniziativa  con la somma di lire 7271 per le spese di gestione più urgenti.  Sino ad allora la pubblica istruzione era riservata ed affidata esclusivamente ai Vescovi della diocesi in virtù del regio decreto di Ferdinando di Borbone del 1° novembre 1843. Regolata la sua posizione giuridica e conseguito il diploma magistrale, si dedicò all’insegnamento seguendo la via già tracciata dal fratello  can. Nicolò Fortunato Ajello, di pochi anni più giovane, sacerdote e docente di Storia della Filosofia e Filosofia della Storia nel Seminario, uomo di eccelsa cultura, morto all’età di anni 27 e rimpianto da tutta la cittadinanza. Per suo personale interessamento presso le autorità scolastiche provinciali, scrive lo storico avv. Alberto Rizzo M arino, e grazie all’appoggio del padre Vito Pappalardo, il 17 gennaio 1875 fu istituita la prima Direzione Didattica a Mazara. Fu scelto come direttore didattico il can. Arcidiacono don Giuseppe Ingianni, da Marsala, dotto grecista, oratori forbito, di vasta cultura letteraria classica, il quale scelse come vice direttore il sac. Daniele Ajello, uomo già sperimentato nella scuola della quale conosceva non solo l’organizzazione ma anche i bisogni e le necessarie riforme per raggiungere tutti i settori sociali. Morto l’Ingianni, Daniele Ajello lo  sostituì mirabilmente nella Direzione Didattica e nell’insegnamento della geografia e della storia nella Scuola Tecnica.

Canonico  del Capitolo e Rettore del Seminario vescovile

Daniele Ajello non dimenticò mai di essere sacerdote e ministro del culto; servì la Chiesa con dedizione profonda lasciando orme indelebili laddove il Vescovo lo chiamò a svolgere il suo servizio conforme ai talenti ricevuti e al carisma  dello Spirito.  Le benemerenze acquisite nel campo dell’istruzione, l’attività svolta tra i giovani   e gli operai, il suo amore per il sacerdozio di cui era stato investito con l’ordinazione presbiterale, la sua squisita e silenziosa attività a favore dei più indigenti  furono note positive che spinsero il vescovo mons. Antonino Saeli  ad emettere la bolla vescovile del 22 luglio 1886 con la quale Daniele Ajello fu aggregato come membro del Capitolo della Cattedrale, con somma gioia del popolo e del Presbiterio diocesano, nello stesso stallo che era stato occupato    dal fratello Nicolò Fortunato Ajello, deceduto alla giovanissima età di anni 27.  Avendo in grande stima le virtù sacerdotali e le ottime doti di mente e di cuore del can. Daniele Ajello,  il Vescovo, desideroso di dare un assetto valido agli studi del seminario rispondente alle disposizioni della Santa Sede, pensò subito a Lui nominandolo Rettore del Seminario Vescovile, nomina che venne accolta con grande gioia e soddisfazione dalla città di Mazara e da tutto il presbiterio della diocesi.  La sua presenza decennale come Rettore è ricordata da tutti come  era di rinnovamento e di ripresa per l’istituto . Appena insediatosi, scrive mons. Giovanni Battista Quinci, ciantro del Capitolo e forbito storico della  Chiesa di Mazara, nel pregiato     volume della Storia del Seminario vescovile di Mazara, scelse    nuovi Superiori e Professori, tutti di sua fiducia e di larga veduta culturale. Si adoperò di pareggiare gli studi ginnasiali ai programmi governativi ed assicurare a tutti, docenti e alunni, i mezzi più idonei per un insegnamento valido, concreto ed impareggiabile con tutte le scuole dell’Isola. Torna a suo grande merito l’aver fatto sloggiare dai locali del Seminario, dopo una lunga causa civile, il regio ginnasio che dalla sua istituzione (anno 1863) sino all’anno 1892 aveva occupato abusivamente le aule del Seminario prospicienti l’attuale Piazza della Repubblica. Il Rettore Daniele Ajello diede inoltre un grande impulso alla Biblioteca del seminario , che fu arricchita di opere rare e pregiate provenienti dall’umanista Gian Giacomo Adria, dal prof. Simone Corleo,   nonché molte opere insigni di letteratura e storia che ancora oggi costituiscono un ricchissimo patrimonio librario. Promosse le gare e le premiazioni dei seminaristi con esercitazioni  oratorie e teatrali. Con queste attrattive e forme moderne riuscì    ad innalzare l’Istituto nella stima generale. Il suo sistema educativo era basato sull’amore, base della disciplina, mentre veniva bandito il più possibile il timore. Una visione completa della nuova educazione come era richiesta dai tempi nuovi e che egli intuì e si prodigò di realizzare. Dove rifulse il suo coraggio e la sua insigne personalità di uomo e   di sacerdote fu durante moti insurrezionali dei fasci siciliani nel dicembre e gennaio 1894, che recarono danni ingenti alle persone, agli uffici pubblici e alla proprietà privata. Il suo indomito coraggio lo portò a lasciare le aule del seminario, a scendere nella piazza antistante per affrontare di persona i  rivoltosi pronti a tutto. Con parole calde e persuasive, pieno di carità profonda, laddove le guardie armate non erano riuscite, il can Ajello calmò gli animi accesi, persuase i rivoltosi   a miti consigli e a rientrare ciascuno nelle proprie abitazioni senza spargimento di sangue e senza distruzione alcuna sia nei locali del seminario che del municipio. Sgomberata la piazza, il can. Ajello invitò i soldati, che inutilmente si erano adoperati a calmare i rivoltosi, ad entrare nel seminario dove trovarono pane e ristoro mentre il Capitano abbracciando il Rettore diceva: “ragazzi, ecco il vero sacerdote  sempre e dovunque gran benefattore, a Lui la nostra riconoscenza e gratitudine per averci salvati”. Un comunicato ufficiale a firma del sindaco e delle autorità militari fu diffuso in ringraziamento all’azione intrepida del rettore can Daniele Ajello.  Grati a tanto maestro, nel 1896 i docenti  del Seminario sia sacerdoti che laici , apprezzando le sue rare virtù, la sua instancabile attività ed attaccamento al dovere gli vollero offrire pubblicamente una grande medaglia doro. Mai, come durante il suo rettorato, vi fu un così grande numero di posti gratuiti, assegnati con un infallibile senso di giustizia. L’ispezione al sacro Istituto, ordinato dalla congregazione dei seminari ed affidata a mons. Gottardo Scotton, si concluse con un solenne elogio al buon Rettore per la sua ottima ed instancabile attività.  Mons. Scottono, licenziandosi dagli alunni e dai Superiori, stringendo affettuosamente la mano al Rettore ebbe a dire: “Quando sarò dal Papa dirò tutto il bene che ho visto in questo Seminario con i miei occhi”. Il Rettore Ajello aveva dato disposizione ai suoi collaboratori di scoprire il “buono” dovunque fosse, senza preconcetti settoriali, ricco di quel generoso senso di umanità che è il contrassegno dei grandi spiriti che vedono bene quando guardano dall’alto.  Uomo dal cuore grande, attirò su di sé l’attenzione anche del ministro della Pubblica istruzione, on. Nunzio Nasi,  che definì il can. Prof. Daniele Ajello:  “il primo educatore della provincia di Trapani”. Ad additare ai giovani e alla cittadinanza le virtù mirabili dell’educatore can. Daniele Ajello la scuola gli ha voluto titolare il primo circolo didattico della città, dal 2017 “Istituto comprensivo “Borsellino-Ajello”. A reggere   il circolo didattico, oggi istituto comprensivo,  dall’anno scolastico 2014 è stata chiamata la prof.ssa Eleonora Pipitone, mirabile Dirigente Scolastica, già allieva del Liceo Classico “G. G. Adria” di Mazara del Vallo.                              

                                                                                        Sac. Prof. don Pietro Pisciotta


 

giovedì 26 gennaio 2023

La giornata della Memoria 27/01/2023

L’Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere, Arti e l'ANPI Sez. "Comandante Petralia" Mazara del Vallo
intendono onorare la giornata della memoria attraverso una visita guidata all’interno del quartiere della Giudecca  di Mazara del Vallo
Il punto d’incontro sarà in piazza San Michele nella giornata di venerdì 27 gennaio 2023 ore 9,30


 

martedì 27 dicembre 2022

Alberto Rizzo Marino

 



La Chiesa di Mazara fa memoria e addita la figura mirabile di uno studioso che visse sempre con fede profonda, ha amato la Chiesa, maestra di vita, ed ha additato i valori religiosi come veri strumenti per la via al cielo. L’impegno cristiano è quello che porta infatti sempre a riflettere, studiare e ad approfondire la storia del cristianesimo, pietra miliare per meglio amare e servire la Chiesa. Tale è stata l’opera dello studioso Alberto Rizzo Marino in tutta la sua vita, esempio di vera vita cristiana nella famiglia e nel sociale. Annuncio e testimonianza hanno caratterizzato la sua indiscussa fede cristiana. Ha succhiato con il latte materno i valori e lo spirito dell’Azione Cattolica nella quale militò fin dalla giovinezza alla morte, fiero di poter svolgere un ruolo sempre attivo nella casa, nella parrocchia, nella vita.  Attività civica e fede religiosa, amore alla famiglia  e dedizione alla Chiesa, amore appassionato alla storia patria e religiosa; il suo motto si può sintetizzare: “Pro aris et focis certavimus”. Nato a Mazara il 3 giugno 1906, fu allievo del regio ginnasio e uno dei primi alunni del Liceo classico comunale. Conseguita la laurea in giurisprudenza, preferì all’attività forense il mondo della scuola dove si distinse per professionalità e diligenza, consapevole del ruolo meraviglioso di educatore dei figli propri e dei figli del popolo. Con il grado di capitano di fanteria partecipò alla guerra 1940-1943 e si distinse per senso di dovere, umanità e disciplina e fu insignito della Croce al merito di guerra e dell’onorificenza di cavaliere Ufficiale al merito della repubblica Italiana. Rientrato in patria dal servizio attivo dal 1946 fu Presidente della sezione mazarese dell’Associazione Nazionale delle famiglie dei Caduti e dei Dispersi in guerra. Socio della Società Siciliana per la storia patria, fu instancabile ricercatore   della verità storica e all’Archivio storico diocesano consacrò il meglio delle sue forze intellettuali. Cattolico politicamente impegnato, fu sindaco della città di Mazara, Assessore in varie Giunte Comunali evidenziando sempre la sua fede di cattolico militante  e  il grande apporto portato alla città e al territorio dalla presenza dei Vescovi che da quasi un millennio guidano questa vetusta e gloriosa Chiesa normanna . Il suo nome rimane particolarmente legato all’opera “La cattedrale e i Vescovi di Mazara del Vallo”, ai suoi studi e ricerche sugli “Ebrei a Mazara”  e ai numerosi servizi pubblicati nella rivista “Trapani”, diretta dall’insigne studioso prof. Gianni Di Stefano, e nel Bollettino Diocesano della Chiesa di Mazara. Come cattolico e figlio del popolo, partecipò alla vita politica e. anche attraverso la toponomastica, volle additare alle generazioni future l’opera dei Vescovi della Chiesa, che è in Mazara, e i luoghi sacri, che furono fucina di santità e di cultura religiosa per i figli di questo popolo nelle varie generazioni. Nella Nova Juventus, circolo sociale dell’Azione Cattolica della Parrocchia Cattedrale, accanto al grande parroco mons. Giovanni Battista Criscuoli, promosse il Movimento Cattolico Diocesano e contribuì con mitezza ed equilibrio e creare entusiasmo e collaborazione in tutta la Città; nell’Azione cattolica ricoprì il prestigioso ufficio di Presidente della Giunta Diocesana. Con il preside prof. Gianni Di Stefano ricostituì l’Accademia selinuntina di scienze lettere ed arti ricoprendo l’ufficio di cancelliere della stessa e collaborando con articoli riguardante la storia della Chiesa in Mazara, la storia di questa Diocesi normanna e ricuperando molti documenti inediti relativi a questa Chiesa locale e all’episcopato mazarese a tutti i livelli e, soprattutto, documenti conservati nell’Archivio Vaticano, e presso Case Editrici ed antiquariati. Libri editi e inediti, riguardante La Diocesi di Mazara e varie Chiese della Sicilia, costituirono il suo immenso patrimonio librario ed archivistico, ammirato da docenti universitari e non, arrivati a Mazara e che ebbero la sorte di potere visitare la sua casa, vanto della città di Mazara. Oggi per volontà testamentaria dello stesso e per la bontà e munificenza dei figli (Benedetto e Caterina), la ricca biblioteca è stata donata all’Archivio Storico Diocesano dove viene costituito un fondo archivistico e un secondo fondo nella biblioteca del seminario, entrambi con il nome di “Fondo Alberto Rizzo Marino”. Alla famiglia va il grazie più sentito per questo gesto “veramente cavalleresco” in memoria dell’insigne studioso.  Un grazie va anche agli amici dell’Accademia selinuntina e agli amici dell’O.E.S.S.di G. (Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme) che si sono adoperati per il riassetto del patrimonio librario offerto all’Archivio Storico Diocesano. Oggi non si può scrivere una storia sulla Chiesa, che è in Mazara, sul territorio, che un giorno abbracciava buona parte del Vallo di Mazara o sulla Sicilia se non si passa dall’Archivio Diocesano o dalla Biblioteca del Seminario di  Mazara. Nel 1979 l’insigne studioso Alberto Rizzo Marino  è stato insignito dal Santo Padre Giovanni Paolo II, oggi elevato alla gloria del Bernini, della prestigiosa commenda dell’Ordine Equestre di san Gregorio Magno. Serenamente si spense la sera del 24 aprile 1986 nella sua città di Mazara. La sua memoria è e rimane in benedizione per avere bene onorato la Chiesa e la Patria.

                                                                                             Sac. prof. don Pietro Pisciotta


venerdì 18 novembre 2022


 

Mons. Angelo Giurdanella, l’81° Vescovo della Chiesa di Mazara

Il 15 ottobre 2022 resterà data storica per la Chiesa di Mazara del vallo; è il giorno in cui Mons. Domenico Mogavero consegna il “pastorale” nelle mani de nuovo Pastore, Maestro e Guida di questa Chiesa santa, che è in Mazara del Vallo. In ottemperanza alla legge canonica, dopo quindici anni di governo pastorale, il vescovo Domenico Mogavero, raggiunti i limiti dell’età canonica (75 anni), cede il governo della Diocesi a Mons. Angelo Giurdanella, dono del Santo Padre Francesco a questa millenaria Chiesa ruggeriana di Mazara del vallo. Mons. Angelo Giurdanella è oggi l’81° Presule nella cronotassi dei Vescovi di questa Chiesa istituita come Diocesi nel 1093 dal granconte Ruggero d’Altavilla, dopo aver liberato l’Isola dal dominio musulmano.

Angelo Giurdanella nato a Modica (Ragusa) il 24 febbraio 1956, fu ordinato Presbitero per la Chiesa di Noto il 27.12.1983, Vescovo di questa Chiesa di Mazara il 04. 10. 2022; ne ha preso possesso canonico nella Basilica-Cattedrale di Mazara il15.10.2022.- All’insediamento del nuovo Vescovo erano presenti nella Cattedrale, oltre al Vescovo emerito mons. Domenico Mogavero, gli ecc.mi  mons. Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo, mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, mons. Vincenzo Manzella, vescovo emerito di Cefalù.

Mons. Angelo Giurdanella era stato nominato Vescovo di Mazara da S. S. Papa Francesco il 29 luglio 2022 e consacrato nella Cattedrale di Noto; Vescovo consacrante è stato mons. Antonio Staglianò,  Vescovo di Noto, e conconsacranti i vescovi mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara, e mons. Giuseppe Costanza, arcivescovo emerito di Siracusa. Angelo Giurdanella aveva ricevuto la sua prima formazione spirituale e culturale nel seminario diocesano di Noto, dove ancora giovanetto fu accolto e maturò la sua vocazione allo stato ecclesiale sotto la guida di Superiori attenti e responsabili e di un collegio di docenti assai validi; completò la sua formazione filosofico-teologica a Catania nell’Istituto san Paolo. La Diocesi di Noto è certamente una Chiesa d’avanguardia se nell’arco di pochi anni ha dato Vescovi a ben quattro diocesi della Sicilia: Palermo (mons. Corrado Lorefice), Caltanissetta (mons. Giuseppe Malandrino), Piazza Armerina (mons. Rosario Gisana) e oggi Mazara del vallo (mons. Angelo Giurdanella).

Ordinato Presbitero per la chiesa di Noto dal vescovo Salvatore Nicolosi, Angelo Giurdanella fu chiamato a reggere nel biennio 1982-1984,  nella qualità di vice-rettore, il seminario diocesano. Dopo una prima esperienza pastorale ad Avila nel quadriennio 1984-88 come vice-parroco, vi rimase per oltre un ventennio (1988-2010) titolare della Parrocchia san Giovanni Battista, fortemente amato ed apprezzato per le sue qualità umane e pastorali dal clero locale e dal popolo santo di Dio. Il nuovo Vescovo, mons. Mariano Crociata ne apprezzò subito le ottime qualità annoverandolo nel Consiglio Presbiterale Diocesano e membro del Consiglio dei Consultori del vescovo; nel contempo ebbe affidata l’Azione Cattolica diocesana come Assistente unitario. Già Vicario Episcopale per il clero, dal 2010 al 2022 ha mirabilmente guidato la Chiesa  di Noto come Vicario Generale della diocesi e nel contempo Rettore della insigne cattedrale. Sua santità Benedetto XVI nel 2011 lo ha insignito dell’alta onorificenza di Cappellano di Sua Santità; oggi, da vescovo di questa Chiesa, che è in Mazara, la C.E.SI. (Conferenza Episcopale Siciliana) nell’adunanza del 21 ottobre lo ha designato Delegato per la cooperazione missionaria tra le Chiesa di Sicilia per il quinquennio 2022-2027. La Chiesa di Mazara esulta, il Clero diocesano, le congregazioni religiose maschili e femminili e il popolo tutto mentre oggi ringraziano  il Santo Padre Papa Francesco per il dono del Vescovo Angelo Giurdanella a questa Chiesa di Mazara, elevano a Dio un inno di ringraziamento mentre auspicano a questa Chiesa un cammino sereno e costruttivo per la realizzazione di una Chiesa sinodale come auspicata dal Sommo Pontefice Papa Francesco e conforme alle attese del popolo di Dio. Il “benvenuto” al nuovo Pastore e Guida è vera espressione di gioia sentita da tutti; è attesa spirituale di comunione e sincera collaborazione; è preghiera a Dio  perché benedica sempre questa comunità diocesana che nei secoli ha scritto quasi un millennio della sua storia. Mazara, Chiesa di frontiera, come la definì il papa San Giovanni Paolo II, Chiesa che si rispecchia nel grande Mediterraneo nel quale fanno vela e affluiscono le tre religioni monoteistiche, Chiesa aperta al dialogo per un futuro di pace, di fratellanza e di vera ed  autentica collaborazione. L’Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere ed Arti di Mazara del vallo, fondata nel 1762 da mons. Girolamo Palermo dei principi di Santa Margherita, vescovo di questa Chiesa di Mazara, sodalizio che raccoglie quanti intendono collaborare per testimoniare la cultura siciliana ed il contributo  della Sicilia alla civiltà mediterranea, è felice di unirsi al coro di tutta la Diocesi per esprimere i sentimenti di gratitudine a Dio e al Sommo Pontefice per avere affidato questa illustre e millenaria Chiesa ruggeriana al vescovo Angelo Giurdanella ed è fiera e sicura di trovare nel suo nuovo Vescovo il Padre, la Guida sicura, il Pastore amabile. Stet et pascat in fortitudine Domine!                                                     

                                                                                                                         Sac. don Pietro Pisciotta          

                                                                                                                       

venerdì 12 agosto 2022

Giornata mondiale dei fiumi

 


L’Accademia Selinuntina e i 950 anni della Chiesa ruggeriana di Mazara

 



I 950 anni dall’istituzione della Chiesa ruggeriana di Mazara e del Primo Parlamento che si tenne in questa città nel 1097 “prima sedes et regni caput”, costituiscono punti cardini, pietre miliari nella storia religiosa e civile di questa comunità. L’Accademia Selinuntina di scienze, lettere ed arti, sempre sensibile nell’additare ai giovani i momenti peculiari della storia, della cultura e della vita del nostro popolo, si è fatta subito interprete e voce viva celebrando tale ricorrenza con tre giornate di studio. Questa Accademia si fregia dell’appellativo di “Selinuntina” non come forzatura o per giuochi campanalistici ma, sulla scorta di concreti eventi storici, per essere stata Mazara l’emporio principale di Selinunte, città greca in terra di Sicilia, punto strategico che portò Annibale, figlio di Giscone, nel 409 a.C. ad assediare e sottomettere Mazara per assicurarsi la vittoria su Selinunte e i suoi alleati; questa nostra Accademia non poteva oggi non evidenziare  l’evento storico  della nostra Mazara per oltre due secoli già gloriosa sede dell’emirato , liberata dal Conte Ruggero dal dominio musulmano ed elevata a centro di Diocesi con un Castello, che si rispecchiava sul glorioso “Mare nostrum” e la Cattedrale dove insediò, come Vescovo, Stefano de Ferr, consanguineo e frate benedettino: Castello e Cattedrale furono due baluardi contro le scorrerie piratesche del mondo musulmano del tempo. La Chiesa di Mazara risultò una diocesi molto estesa se venne ad abbracciare l’attuale provincia di Trapani sino alle porte di Palermo, incluso il territorio di Corleone e di Contessa Entellina, per estendersi successivamente sino alla terra di Africa con le città di Tunisi e la Goletta. Mazara è stata una  diocesi guidata per oltre due secoli da vescovi impegnati religiosamente e politicamente, dato il particolare momento storico. Che si attraversava. In questo tempo la città diede alla Chiesa figure mirabili per santità ed apostolato tra le quali è doveroso ricordare Enrico Birtol, che fu decano dell’Abazia regale di San Nicolò, collaborò con i Pontefici del tempo per organizzare le Crociate, liberare il Santo Sepolcro e permettere ai pellegrini cristiani la visita sicura e serena in Terra Santa, allora sotto il dominio della Mezzaluna. Il Birtol   successivamente fu cardinale, patriarca cattolico di Antiochia e confondatore dell’Ordine Equestre dei Templari. Questa Chiesa ruggeriana, nella sua storia quasi millenaria, nei secoli ha visto succedersi ben 80 vescovi; oggi si prepara ad accogliere l’81° presule nella persona di mons. Angelo Giurdanella, già vicario generale nella diocesi di Noto. Questa Accademia, fondata nel 1762 dal vescovo Girolamo Palermo, dei Principi di Santa Margherita,  di cui fanno cenno lo Scinà, il Di Marzo, Michel Maylender ed altri, e  continua l‘opera dell’antica Accademia degli Offuscati, che fiorì nel secolo XV, mentre oggi  è lieta di porgere il benvenuto al nuovo Vescovo, evidenzia l’inparegiabile via del Signore: quindici anni addietro il vicario generale della Chiesa di Mazara, mons. Mariano Crociata, veniva eletto Vescovo della Chiesa di Noto; oggi il vicario generale di Noto è eletto Vescovo della Chiesa di Mazara. A nome dell’Accademia selinuntina: Benvenuto, Eccellenza, la nostra Accademia è ben lieta di accoglierla.          

Sac. Prof. don Pietro Pisciotta



Le immagini dell'evento



















lunedì 25 ottobre 2021

Dante Alighieri - celebrazione del VII centenario della morte

 




    L’Accademia Selinuntina  di Scienze, Lettere ed Arti, istituita nel 1762 da Girolamo Palermo, dei Principi di Santa Margherita, vescovo di Mazara, che, rifacendosi alla tradizionale umanistica   testimonianza di G. G. Adria, approvò gli statuti dettati dal can.  Giacomo Gerardi, eletto Cancelliere perpetuo del sodalizio, non poteva far passare inosservata una data assai memoranda: il VII Centenario della morte di Dante Alighieri, il divino poeta celebrato dal mondo intero, gloria della Chiesa e dell’Italia. Se Aristotele  fu definito “il filosofo di color che sanno”, se Tommaso d’Aquino elevò e raccolse l’eredità antica della filosofia greca e con il suo illuminato pensiero filosofia e teologia raggiunsero una simbiosi mirabile da costituire la “filosofia perenne”, Dante Alighieri, senza meta d’inganno, ha saputo elevare teologia e filosofia ad alta poesia da essere la sua opera definita, a buon diritto, la “Divina Commedia”. Il Papa Benedetto XVI ci ricorda che il grande poeta fiorentino, nel verso sublime che conclude il Paradiso e l’intera Divina Commedia, definisce Dio “l’amor che move il sole e l’altre stelle” (Par. c.  33°, 144); questo significa che le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della materia. Non sono perciò gli elementi cosmici che vanno divinizzati, bensì in tutti e al di sopra di tutto vi è una volontà personale, lo Spirito di Dio, che in Cristo si è rivelato come amore. Né meno singolare Dante si dimostra quando parlando di Maria, la donna predestinata a divenire la madre del Salvatore, la definisce: “termine fisso d’eterno consiglio”;  questa donna agli occhi di Dio ha sempre un volto e un nome “la piena di grazia”, come la chiamò l’Angelo visitandola a Nazareth.

Il santo Pontefice Giovanni Paolo II parla del capolavoro dantesco come  “sintesi suggestiva delle vicende umane” dove, partendo dal confronto con il male, passa attraverso il bisogno di purificazione, per raggiungere la contemplazione di Dio, in una continua tensione verso “l’amor che move il sole   e l’altre stelle”.  Dante Alighieri, scrive il Papa santo, San Paolo VI, con l’incomparabile testimonianza della sua opera ha fatto onore al suo Battesimo in modo tutto speciale. Nella sua visione poetica ha vissuto del Battesimo le solenne consegne; con la sua ardente fatica, sorretta da un altissimo afflato di poesia, ha voluto affidare all’umanità il messaggio di un profondo rinnovamento interiore. La cultura filosofica e teologica, posseduta ed integrata dalle scienze del tempo, ha permesso a Dante di vedere nella creazione la realizzazione del progetto divino di amore:

“Nel suo profondo vidi che s’interna,

legato con amore in un volume,

ciò che per l’universo si squaderna”.

Lo stesso Pontefice Paolo VI, nel VII centenario della nascita del grande Poeta, ha voluto offrire ai Padri del Concilio Vaticano II una copia della Divina Commedia; un volume che ha il valore della rarità, considerando l’aspetto editoriale, con legatura flessibile, avvolto da una sopraccoperta, tipo pergamena, mentre nel volume sono riprodotte illustrazioni del Codice Urbinate latino 365 della Biblioteca vaticana. 


    L’Accademia Selinuntina non poteva lasciare inosservata una data così singolare e, sulla scorta dei “Viaggi dell’Accademia – sulle tracce della fonte di Ippocrene” ha celebrato il 14 settembre a “Miragghianu – Umbraculum del giardino dell’Emiro” la giornata di Dante Alighieri. Ad introdurre e coordinare i lavori  è stata la instancabile e mirabile opera dell’architetto Mario Tumbiolo, vice presidente dello stesso sodalizio. Il tema: “Un viaggio attraverso la letteratura e l’arte” è stato magistralmente svolto dal prof. Rosario M. Atria, accademico del sodalizio e docente nel Liceo statale di Castelvetrano. Tema seguito con grande interesse dall’attento uditorio, che gremiva l’Umbraculum del Giardino dell’Emiro.



Oltremodo interessante  la relazione della prof. Francesca Paola Massara, anch’essa membro prestigioso del Sodalizio, Direttrice del Museo Diocesano e Docente nella Facoltà Teologica di Palermo. La Massara, da membro dell’Accademia, ha fermato l’attenzione dell’uditorio su “L’esemplare del Commento di Christoforo  Landini alla Commedia”, un esemplare conservato nella Biblioteca centrale della Facoltà teologica per le Chiese di Sicilia. Il Landini, umanista  di area neoplatonica, si propone di dimostrare che, nonostante Dante sia un aristotelico, si connette attraverso Virgilio alle posizioni platoniche. L’esemplare, custodito a Palermo, ha evidenziato la prof. Massara, è probabilmente una delle prime copie prodotte, come attesta la presenza di sole due incisioni, direttamente stampate sulla carta e non ritagliate ed applicate. 


    Le due incisioni: la prima illustra il canto primo dell’Inferno con l’attraversamento della “selva oscura”; la seconda mostra i dubbi di
   Dante mentre Virgilio lo rincuora perché tre donne benedette si sono prese cura di lui Maria, Lucia e Beatrice.   
    A conclusione delle celebrazioni centenarie dell’insigne poeta l’architetto Mario Giubilato,
anch'egli  instancabile e solerte accademico del nostro Sodalizio, ha voluto distribuire un opuscolo, con la prefazione stilata dallo stesso, che illustra la figura di Gian Pietro Ballatore, di cui si è celebrato già il centenario della nascita, insigne scienziato mazarese, uomo di cultura e maestro di vita, come sprone ai giovani, in sintonia all'invito di Dante, divino poeta:

“Considerate la vostra semenza;

Fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e conoscenza”

 (Inferno, c. XXVI, v. 118-120).

                   

    La giornata in onore del Grande Poeta è stata chiusa con la lettura di alcune poesie della dott. Monica Atria , egregiamente lette dalla prof. Carolina Safina e da Giulia Verde.

                                                                       

 Sac. prof. don Pietro Pisciotta