Accademia Selinuntina di Scienze Lettere Arti
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giovedì 26 gennaio 2023
La giornata della Memoria 27/01/2023
martedì 27 dicembre 2022
Alberto Rizzo Marino
La
Chiesa di Mazara fa memoria e addita la figura mirabile di uno studioso che
visse sempre con fede profonda, ha amato la Chiesa, maestra di vita, ed ha
additato i valori religiosi come veri strumenti per la via al cielo. L’impegno
cristiano è quello che porta infatti sempre a riflettere, studiare e ad
approfondire la storia del cristianesimo, pietra miliare per meglio amare e
servire la Chiesa. Tale è stata l’opera dello studioso Alberto Rizzo Marino in
tutta la sua vita, esempio di vera vita cristiana nella famiglia e nel sociale.
Annuncio e testimonianza hanno caratterizzato la sua indiscussa fede cristiana.
Ha succhiato con il latte materno i valori e lo spirito dell’Azione Cattolica
nella quale militò fin dalla giovinezza alla morte, fiero di poter svolgere un
ruolo sempre attivo nella casa, nella parrocchia, nella vita. Attività civica e fede religiosa, amore alla
famiglia e dedizione alla Chiesa, amore
appassionato alla storia patria e religiosa; il suo motto si può sintetizzare:
“Pro aris et focis certavimus”. Nato a Mazara il 3 giugno 1906, fu allievo del
regio ginnasio e uno dei primi alunni del Liceo classico comunale. Conseguita
la laurea in giurisprudenza, preferì all’attività forense il mondo della scuola
dove si distinse per professionalità e diligenza, consapevole del ruolo
meraviglioso di educatore dei figli propri e dei figli del popolo. Con il grado
di capitano di fanteria partecipò alla guerra 1940-1943 e si distinse per senso
di dovere, umanità e disciplina e fu insignito della Croce al merito di guerra
e dell’onorificenza di cavaliere Ufficiale al merito della repubblica Italiana.
Rientrato in patria dal servizio attivo dal 1946 fu Presidente della sezione
mazarese dell’Associazione Nazionale delle famiglie dei Caduti e dei Dispersi
in guerra. Socio della Società Siciliana per la storia patria, fu instancabile
ricercatore della verità storica e
all’Archivio storico diocesano consacrò il meglio delle sue forze
intellettuali. Cattolico politicamente impegnato, fu sindaco della città di Mazara,
Assessore in varie Giunte Comunali evidenziando sempre la sua fede di cattolico
militante e il grande apporto portato alla città e al
territorio dalla presenza dei Vescovi che da quasi un millennio guidano questa
vetusta e gloriosa Chiesa normanna . Il suo nome rimane particolarmente legato
all’opera “La cattedrale e i Vescovi di Mazara del Vallo”, ai suoi studi e
ricerche sugli “Ebrei a Mazara” e ai
numerosi servizi pubblicati nella rivista “Trapani”, diretta dall’insigne
studioso prof. Gianni Di Stefano, e nel Bollettino Diocesano della Chiesa di
Mazara. Come cattolico e figlio del popolo, partecipò alla vita politica e.
anche attraverso la toponomastica, volle additare alle generazioni future
l’opera dei Vescovi della Chiesa, che è in Mazara, e i luoghi sacri, che furono
fucina di santità e di cultura religiosa per i figli di questo popolo nelle
varie generazioni. Nella Nova Juventus, circolo sociale dell’Azione Cattolica
della Parrocchia Cattedrale, accanto al grande parroco mons. Giovanni Battista
Criscuoli, promosse il Movimento Cattolico Diocesano e contribuì con mitezza ed
equilibrio e creare entusiasmo e collaborazione in tutta la Città; nell’Azione
cattolica ricoprì il prestigioso ufficio di Presidente della Giunta Diocesana.
Con il preside prof. Gianni Di Stefano ricostituì l’Accademia selinuntina di
scienze lettere ed arti ricoprendo l’ufficio di cancelliere della stessa e
collaborando con articoli riguardante la storia della Chiesa in Mazara, la
storia di questa Diocesi normanna e ricuperando molti documenti inediti
relativi a questa Chiesa locale e all’episcopato mazarese a tutti i livelli e,
soprattutto, documenti conservati nell’Archivio Vaticano, e presso Case
Editrici ed antiquariati. Libri editi e inediti, riguardante La Diocesi di Mazara
e varie Chiese della Sicilia, costituirono il suo immenso patrimonio librario
ed archivistico, ammirato da docenti universitari e non, arrivati a Mazara e
che ebbero la sorte di potere visitare la sua casa, vanto della città di
Mazara. Oggi per volontà testamentaria dello stesso e per la bontà e
munificenza dei figli (Benedetto e Caterina), la ricca biblioteca è stata
donata all’Archivio Storico Diocesano dove viene costituito un fondo
archivistico e un secondo fondo nella biblioteca del seminario, entrambi con il
nome di “Fondo Alberto Rizzo Marino”. Alla famiglia va il grazie più sentito
per questo gesto “veramente cavalleresco” in memoria dell’insigne
studioso. Un grazie va anche agli amici
dell’Accademia selinuntina e agli amici dell’O.E.S.S.di G. (Ordine Equestre del
Santo Sepolcro di Gerusalemme) che si sono adoperati per il riassetto del
patrimonio librario offerto all’Archivio Storico Diocesano. Oggi non si può
scrivere una storia sulla Chiesa, che è in Mazara, sul territorio, che un
giorno abbracciava buona parte del Vallo di Mazara o sulla Sicilia se non si
passa dall’Archivio Diocesano o dalla Biblioteca del Seminario di Mazara. Nel 1979 l’insigne studioso Alberto
Rizzo Marino è stato insignito dal Santo
Padre Giovanni Paolo II, oggi elevato alla gloria del Bernini, della
prestigiosa commenda dell’Ordine Equestre di san Gregorio Magno. Serenamente si
spense la sera del 24 aprile 1986 nella sua città di Mazara. La sua memoria è e
rimane in benedizione per avere bene onorato la Chiesa e la Patria.
Sac. prof. don Pietro Pisciotta
venerdì 18 novembre 2022
Mons. Angelo Giurdanella, l’81° Vescovo della Chiesa di Mazara
Il 15 ottobre 2022 resterà data storica per la Chiesa di Mazara del vallo; è il giorno in cui Mons. Domenico Mogavero consegna il “pastorale” nelle mani de nuovo Pastore, Maestro e Guida di questa Chiesa santa, che è in Mazara del Vallo. In ottemperanza alla legge canonica, dopo quindici anni di governo pastorale, il vescovo Domenico Mogavero, raggiunti i limiti dell’età canonica (75 anni), cede il governo della Diocesi a Mons. Angelo Giurdanella, dono del Santo Padre Francesco a questa millenaria Chiesa ruggeriana di Mazara del vallo. Mons. Angelo Giurdanella è oggi l’81° Presule nella cronotassi dei Vescovi di questa Chiesa istituita come Diocesi nel 1093 dal granconte Ruggero d’Altavilla, dopo aver liberato l’Isola dal dominio musulmano.
Angelo Giurdanella nato a Modica (Ragusa) il 24 febbraio 1956, fu ordinato Presbitero per la Chiesa di Noto il 27.12.1983, Vescovo di questa Chiesa di Mazara il 04. 10. 2022; ne ha preso possesso canonico nella Basilica-Cattedrale di Mazara il15.10.2022.- All’insediamento del nuovo Vescovo erano presenti nella Cattedrale, oltre al Vescovo emerito mons. Domenico Mogavero, gli ecc.mi mons. Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo, mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, mons. Vincenzo Manzella, vescovo emerito di Cefalù.
Mons. Angelo Giurdanella era stato nominato Vescovo di Mazara da S. S. Papa Francesco il 29 luglio 2022 e consacrato nella Cattedrale di Noto; Vescovo consacrante è stato mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, e conconsacranti i vescovi mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara, e mons. Giuseppe Costanza, arcivescovo emerito di Siracusa. Angelo Giurdanella aveva ricevuto la sua prima formazione spirituale e culturale nel seminario diocesano di Noto, dove ancora giovanetto fu accolto e maturò la sua vocazione allo stato ecclesiale sotto la guida di Superiori attenti e responsabili e di un collegio di docenti assai validi; completò la sua formazione filosofico-teologica a Catania nell’Istituto san Paolo. La Diocesi di Noto è certamente una Chiesa d’avanguardia se nell’arco di pochi anni ha dato Vescovi a ben quattro diocesi della Sicilia: Palermo (mons. Corrado Lorefice), Caltanissetta (mons. Giuseppe Malandrino), Piazza Armerina (mons. Rosario Gisana) e oggi Mazara del vallo (mons. Angelo Giurdanella).
Ordinato Presbitero per la chiesa di Noto dal vescovo Salvatore Nicolosi, Angelo Giurdanella fu chiamato a reggere nel biennio 1982-1984, nella qualità di vice-rettore, il seminario diocesano. Dopo una prima esperienza pastorale ad Avila nel quadriennio 1984-88 come vice-parroco, vi rimase per oltre un ventennio (1988-2010) titolare della Parrocchia san Giovanni Battista, fortemente amato ed apprezzato per le sue qualità umane e pastorali dal clero locale e dal popolo santo di Dio. Il nuovo Vescovo, mons. Mariano Crociata ne apprezzò subito le ottime qualità annoverandolo nel Consiglio Presbiterale Diocesano e membro del Consiglio dei Consultori del vescovo; nel contempo ebbe affidata l’Azione Cattolica diocesana come Assistente unitario. Già Vicario Episcopale per il clero, dal 2010 al 2022 ha mirabilmente guidato la Chiesa di Noto come Vicario Generale della diocesi e nel contempo Rettore della insigne cattedrale. Sua santità Benedetto XVI nel 2011 lo ha insignito dell’alta onorificenza di Cappellano di Sua Santità; oggi, da vescovo di questa Chiesa, che è in Mazara, la C.E.SI. (Conferenza Episcopale Siciliana) nell’adunanza del 21 ottobre lo ha designato Delegato per la cooperazione missionaria tra le Chiesa di Sicilia per il quinquennio 2022-2027. La Chiesa di Mazara esulta, il Clero diocesano, le congregazioni religiose maschili e femminili e il popolo tutto mentre oggi ringraziano il Santo Padre Papa Francesco per il dono del Vescovo Angelo Giurdanella a questa Chiesa di Mazara, elevano a Dio un inno di ringraziamento mentre auspicano a questa Chiesa un cammino sereno e costruttivo per la realizzazione di una Chiesa sinodale come auspicata dal Sommo Pontefice Papa Francesco e conforme alle attese del popolo di Dio. Il “benvenuto” al nuovo Pastore e Guida è vera espressione di gioia sentita da tutti; è attesa spirituale di comunione e sincera collaborazione; è preghiera a Dio perché benedica sempre questa comunità diocesana che nei secoli ha scritto quasi un millennio della sua storia. Mazara, Chiesa di frontiera, come la definì il papa San Giovanni Paolo II, Chiesa che si rispecchia nel grande Mediterraneo nel quale fanno vela e affluiscono le tre religioni monoteistiche, Chiesa aperta al dialogo per un futuro di pace, di fratellanza e di vera ed autentica collaborazione. L’Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere ed Arti di Mazara del vallo, fondata nel 1762 da mons. Girolamo Palermo dei principi di Santa Margherita, vescovo di questa Chiesa di Mazara, sodalizio che raccoglie quanti intendono collaborare per testimoniare la cultura siciliana ed il contributo della Sicilia alla civiltà mediterranea, è felice di unirsi al coro di tutta la Diocesi per esprimere i sentimenti di gratitudine a Dio e al Sommo Pontefice per avere affidato questa illustre e millenaria Chiesa ruggeriana al vescovo Angelo Giurdanella ed è fiera e sicura di trovare nel suo nuovo Vescovo il Padre, la Guida sicura, il Pastore amabile. Stet et pascat in fortitudine Domine!
Sac. don Pietro Pisciotta
venerdì 12 agosto 2022
L’Accademia Selinuntina e i 950 anni della Chiesa ruggeriana di Mazara
I 950 anni dall’istituzione della Chiesa ruggeriana di Mazara
e del Primo Parlamento che si tenne in questa città nel 1097 “prima sedes et
regni caput”, costituiscono punti cardini, pietre miliari nella storia
religiosa e civile di questa comunità. L’Accademia Selinuntina di scienze,
lettere ed arti, sempre sensibile nell’additare ai giovani i momenti peculiari
della storia, della cultura e della vita del nostro popolo, si è fatta subito
interprete e voce viva celebrando tale ricorrenza con tre giornate di studio.
Questa Accademia si fregia dell’appellativo di “Selinuntina” non come forzatura
o per giuochi campanalistici ma, sulla scorta di concreti eventi storici, per
essere stata Mazara l’emporio principale di Selinunte, città greca in terra di
Sicilia, punto strategico che portò Annibale, figlio di Giscone, nel 409 a.C.
ad assediare e sottomettere Mazara per assicurarsi la vittoria su Selinunte e i
suoi alleati; questa nostra Accademia non poteva oggi non evidenziare l’evento storico della nostra Mazara per oltre due secoli già
gloriosa sede dell’emirato , liberata dal Conte Ruggero dal dominio musulmano
ed elevata a centro di Diocesi con un Castello, che si rispecchiava sul
glorioso “Mare nostrum” e la Cattedrale dove insediò, come Vescovo, Stefano de
Ferr, consanguineo e frate benedettino: Castello e Cattedrale furono due baluardi
contro le scorrerie piratesche del mondo musulmano del tempo. La Chiesa di
Mazara risultò una diocesi molto estesa se venne ad abbracciare l’attuale
provincia di Trapani sino alle porte di Palermo, incluso il territorio di
Corleone e di Contessa Entellina, per estendersi successivamente sino alla
terra di Africa con le città di Tunisi e la Goletta. Mazara è stata una diocesi guidata per oltre due secoli da
vescovi impegnati religiosamente e politicamente, dato il particolare momento
storico. Che si attraversava. In questo tempo la città diede alla Chiesa figure
mirabili per santità ed apostolato tra le quali è doveroso ricordare Enrico
Birtol, che fu decano dell’Abazia regale di San Nicolò, collaborò con i
Pontefici del tempo per organizzare le Crociate, liberare il Santo Sepolcro e
permettere ai pellegrini cristiani la visita sicura e serena in Terra Santa,
allora sotto il dominio della Mezzaluna. Il Birtol successivamente fu cardinale, patriarca
cattolico di Antiochia e confondatore dell’Ordine Equestre dei Templari. Questa
Chiesa ruggeriana, nella sua storia quasi millenaria, nei secoli ha visto
succedersi ben 80 vescovi; oggi si prepara ad accogliere l’81° presule nella
persona di mons. Angelo Giurdanella, già vicario generale nella diocesi di
Noto. Questa Accademia, fondata nel 1762 dal vescovo Girolamo Palermo, dei
Principi di Santa Margherita, di cui
fanno cenno lo Scinà, il Di Marzo, Michel Maylender ed altri, e continua l‘opera dell’antica Accademia degli
Offuscati, che fiorì nel secolo XV, mentre oggi
è lieta di porgere il benvenuto al nuovo Vescovo, evidenzia
l’inparegiabile via del Signore: quindici anni addietro il vicario generale
della Chiesa di Mazara, mons. Mariano Crociata, veniva eletto Vescovo della
Chiesa di Noto; oggi il vicario generale di Noto è eletto Vescovo della Chiesa
di Mazara. A nome dell’Accademia selinuntina: Benvenuto, Eccellenza, la nostra
Accademia è ben lieta di accoglierla.
Sac. Prof. don Pietro Pisciotta
lunedì 25 ottobre 2021
Dante Alighieri - celebrazione del VII centenario della morte
L’Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere ed Arti, istituita nel 1762 da Girolamo Palermo, dei Principi di Santa Margherita, vescovo di Mazara, che, rifacendosi alla tradizionale umanistica testimonianza di G. G. Adria, approvò gli statuti dettati dal can. Giacomo Gerardi, eletto Cancelliere perpetuo del sodalizio, non poteva far passare inosservata una data assai memoranda: il VII Centenario della morte di Dante Alighieri, il divino poeta celebrato dal mondo intero, gloria della Chiesa e dell’Italia. Se Aristotele fu definito “il filosofo di color che sanno”, se Tommaso d’Aquino elevò e raccolse l’eredità antica della filosofia greca e con il suo illuminato pensiero filosofia e teologia raggiunsero una simbiosi mirabile da costituire la “filosofia perenne”, Dante Alighieri, senza meta d’inganno, ha saputo elevare teologia e filosofia ad alta poesia da essere la sua opera definita, a buon diritto, la “Divina Commedia”. Il Papa Benedetto XVI ci ricorda che il grande poeta fiorentino, nel verso sublime che conclude il Paradiso e l’intera Divina Commedia, definisce Dio “l’amor che move il sole e l’altre stelle” (Par. c. 33°, 144); questo significa che le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della materia. Non sono perciò gli elementi cosmici che vanno divinizzati, bensì in tutti e al di sopra di tutto vi è una volontà personale, lo Spirito di Dio, che in Cristo si è rivelato come amore. Né meno singolare Dante si dimostra quando parlando di Maria, la donna predestinata a divenire la madre del Salvatore, la definisce: “termine fisso d’eterno consiglio”; questa donna agli occhi di Dio ha sempre un volto e un nome “la piena di grazia”, come la chiamò l’Angelo visitandola a Nazareth.
Il santo Pontefice Giovanni Paolo II
parla del capolavoro dantesco come
“sintesi suggestiva delle vicende umane” dove, partendo dal confronto
con il male, passa attraverso il bisogno di purificazione, per raggiungere la
contemplazione di Dio, in una continua tensione verso “l’amor che move il
sole e l’altre stelle”. Dante Alighieri, scrive il Papa santo, San
Paolo VI, con l’incomparabile testimonianza della sua opera ha fatto onore al
suo Battesimo in modo tutto speciale. Nella sua visione poetica ha vissuto del
Battesimo le solenne consegne; con la sua ardente fatica, sorretta da un
altissimo afflato di poesia, ha voluto affidare all’umanità il messaggio di un
profondo rinnovamento interiore. La cultura filosofica e teologica, posseduta
ed integrata dalle scienze del tempo, ha permesso a Dante di vedere nella
creazione la realizzazione del progetto divino di amore:
“Nel suo profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna”.
Lo stesso Pontefice Paolo VI, nel VII centenario della nascita del grande Poeta, ha voluto offrire ai Padri del Concilio Vaticano II una copia della Divina Commedia; un volume che ha il valore della rarità, considerando l’aspetto editoriale, con legatura flessibile, avvolto da una sopraccoperta, tipo pergamena, mentre nel volume sono riprodotte illustrazioni del Codice Urbinate latino 365 della Biblioteca vaticana.
L’Accademia Selinuntina non poteva
lasciare inosservata una data così singolare e, sulla scorta dei “Viaggi
dell’Accademia – sulle tracce della fonte di Ippocrene” ha celebrato il 14
settembre a “Miragghianu – Umbraculum del giardino dell’Emiro” la giornata di
Dante Alighieri. Ad introdurre e coordinare i lavori è stata la instancabile e mirabile opera
dell’architetto Mario Tumbiolo, vice presidente dello stesso sodalizio. Il
tema: “Un viaggio attraverso la letteratura e l’arte” è stato magistralmente
svolto dal prof. Rosario M. Atria, accademico del sodalizio e docente nel Liceo
statale di Castelvetrano. Tema seguito con grande interesse dall’attento
uditorio, che gremiva l’Umbraculum del Giardino dell’Emiro.
Oltremodo interessante la relazione della prof. Francesca Paola Massara, anch’essa membro prestigioso del Sodalizio, Direttrice del Museo Diocesano e Docente nella Facoltà Teologica di Palermo. La Massara, da membro dell’Accademia, ha fermato l’attenzione dell’uditorio su “L’esemplare del Commento di Christoforo Landini alla Commedia”, un esemplare conservato nella Biblioteca centrale della Facoltà teologica per le Chiese di Sicilia. Il Landini, umanista di area neoplatonica, si propone di dimostrare che, nonostante Dante sia un aristotelico, si connette attraverso Virgilio alle posizioni platoniche. L’esemplare, custodito a Palermo, ha evidenziato la prof. Massara, è probabilmente una delle prime copie prodotte, come attesta la presenza di sole due incisioni, direttamente stampate sulla carta e non ritagliate ed applicate.
“Considerate la vostra semenza;
Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza”
(Inferno, c. XXVI, v. 118-120).
Sac. prof. don Pietro Pisciotta