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giovedì 30 novembre 2023


                                    Can. Daniele Ajello  (1845-1915)




La figura mirabile del can. Daniele Ajello è stata sempre viva nella mente e nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e  hanno fruito della ricchezza spirituale che emanava la sua distinta personalità. Ammirazione  e rispetto   caratterizzano il rapporto che Daniele Ajello come cittadino, sacerdote ed educatore  ha saputo instaurare con professionisti, operai, artigiani, giovani e il popolo tutto. Nato a Mazara il 19 gennaio 1845 da Luigi Ajello e da Clementina Montuora,   chiuse la sua esperienza terrena nella stessa città  nel 1915 (otto luglio). Cresciuto alla scuola di ottimi genitori dove la fede e le virtù civili erano il vero emblema della bontà, fu educato ai più sani principi cristiani: amore verso Dio e il prossimo, amore verso la patria. Il Padre, Luigi Ajello , oriundo dalla Campania, era fortemente simpatizzante delle nuove idee che serpeggiavano nel mondo politico del tempo ed, arrivato a Mazara, mise a disposizione la sua piccola tipografia per contribuire con prudenza alla causa risorgimentale mentre la polizia teneva sotto osservanza la situazione politica    nella città di Mazara governata dal vescovo Salomone, amico personale del Re borbonico, ma amante del vivere sereno, uomo di pace,  desideroso solo di una soluzione pacifica tra liberali e conservatori.  In questo clima liberaleggiante crebbe il piccolo Daniele. La Curia vescovile si serviva della tipografia della famiglia Ajello, e la madre, donna Clementina, di profonda fede cristiana e di virtù angelica, affidò presto l’ educazione religiosa e culturale dei figli alla scuola del Seminario vescovile in Mazara, uno dei principali centri di cultura del tempo. Nicolò, fratello maggiore, divenuto sacerdote, dotato di forte ingegno presto divenne membro del Capitolo della cattedrale, ma  morì giovanissimo all’età di anni 27.  Daniele, di ingegno assai sveglio, si distinse    sempre tra gli alunni migliori per la vivacità del suo carattere e l’entusiasmo con il quale seguiva e idee del tempo che circolavano nell’Istituto per la presenza di alunni quale Simone Corleo, Antonino Castiglione e di dirigenti del Seminario quale l’arcidiacono Giuseppe Ingianni e il can. Giovanni  Errante Parrino nonché il padre Luigi Domingo e parecchi esponenti del rinnovamento risorgmentale che portò all’unita d’Italia. I saggi di Scienza e Lettere del seminario di Mazara, pubblicazione annuale di grande interesse storico e culturale, evidenziano il nome di Daniele Ajello e di Antonino Castiglione come gli alunni più prestigiosi e promettenti, le intelligenze eccezionali sulle quali puntavano i superiori del Seminario Vescovile.

Daniele Ajello insigne educatore

Ordinato sacerdote dal vescovo mons. Carmelo Valenti il 10 novembre 1867, celebrò la prima Messa nella chiesa di sant’Agostino e in quella occasione  mons. Gaspare Storiano, suo ex docente, additò al popolo il novello sacerdote con le parole del vangelo: “Magister adest et vocat” sicuro presagio del carisma e dei talenti di don Daniele Ajello;  si dedicò infatti subito con fresca energia ed ammirevole impegno all’educazione cristiana e culturale della gioventù della quale fu un autentico apostolo. A Mazara creò la Società di Mutuo Soccorso  della quale fu eletto presidente e richiamò attorno a se i giovani e gli operai per offrire loro assistenza spirituale e formazione culturale. Rettore della chiesa di san Basilio ed assistente spirituale dell’oratorio del “sangue di Cristo” fu instancabile  nella sua missione di pastore e di maestro apprestando la sua opera nella società del tempo  dove gli analfabeti arrivavano all’82%.. Pienamente convinto che era necessario operare in tal guisa, chiese l’autorizzazione di trasformare  l’oratorio del “Sangue di Cristo” in scuola pubblica dove la sera si riunivano confrati, operai e giovani apprendisti per apprendere liberamente e gratuitamente i rudimenti della cultura: leggere, scrivere e fare i conti. I risultati furono sorprendenti, gli alunni assai numerosi e, non bastando più il piccolo oratorio, si resero necessari i locali annessi ala chiesa di sant’Agostino. Il regio Provveditore, venuto ad ispezionare  la scuola, lodò l’iniziativa dell’Ajello,  si compiacque con tutti i suoi collaboratori e per la prima volta invitò il Comune a gratificare l’iniziativa  con la somma di lire 7271 per le spese di gestione più urgenti.  Sino ad allora la pubblica istruzione era riservata ed affidata esclusivamente ai Vescovi della diocesi in virtù del regio decreto di Ferdinando di Borbone del 1° novembre 1843. Regolata la sua posizione giuridica e conseguito il diploma magistrale, si dedicò all’insegnamento seguendo la via già tracciata dal fratello  can. Nicolò Fortunato Ajello, di pochi anni più giovane, sacerdote e docente di Storia della Filosofia e Filosofia della Storia nel Seminario, uomo di eccelsa cultura, morto all’età di anni 27 e rimpianto da tutta la cittadinanza. Per suo personale interessamento presso le autorità scolastiche provinciali, scrive lo storico avv. Alberto Rizzo M arino, e grazie all’appoggio del padre Vito Pappalardo, il 17 gennaio 1875 fu istituita la prima Direzione Didattica a Mazara. Fu scelto come direttore didattico il can. Arcidiacono don Giuseppe Ingianni, da Marsala, dotto grecista, oratori forbito, di vasta cultura letteraria classica, il quale scelse come vice direttore il sac. Daniele Ajello, uomo già sperimentato nella scuola della quale conosceva non solo l’organizzazione ma anche i bisogni e le necessarie riforme per raggiungere tutti i settori sociali. Morto l’Ingianni, Daniele Ajello lo  sostituì mirabilmente nella Direzione Didattica e nell’insegnamento della geografia e della storia nella Scuola Tecnica.

Canonico  del Capitolo e Rettore del Seminario vescovile

Daniele Ajello non dimenticò mai di essere sacerdote e ministro del culto; servì la Chiesa con dedizione profonda lasciando orme indelebili laddove il Vescovo lo chiamò a svolgere il suo servizio conforme ai talenti ricevuti e al carisma  dello Spirito.  Le benemerenze acquisite nel campo dell’istruzione, l’attività svolta tra i giovani   e gli operai, il suo amore per il sacerdozio di cui era stato investito con l’ordinazione presbiterale, la sua squisita e silenziosa attività a favore dei più indigenti  furono note positive che spinsero il vescovo mons. Antonino Saeli  ad emettere la bolla vescovile del 22 luglio 1886 con la quale Daniele Ajello fu aggregato come membro del Capitolo della Cattedrale, con somma gioia del popolo e del Presbiterio diocesano, nello stesso stallo che era stato occupato    dal fratello Nicolò Fortunato Ajello, deceduto alla giovanissima età di anni 27.  Avendo in grande stima le virtù sacerdotali e le ottime doti di mente e di cuore del can. Daniele Ajello,  il Vescovo, desideroso di dare un assetto valido agli studi del seminario rispondente alle disposizioni della Santa Sede, pensò subito a Lui nominandolo Rettore del Seminario Vescovile, nomina che venne accolta con grande gioia e soddisfazione dalla città di Mazara e da tutto il presbiterio della diocesi.  La sua presenza decennale come Rettore è ricordata da tutti come  era di rinnovamento e di ripresa per l’istituto . Appena insediatosi, scrive mons. Giovanni Battista Quinci, ciantro del Capitolo e forbito storico della  Chiesa di Mazara, nel pregiato     volume della Storia del Seminario vescovile di Mazara, scelse    nuovi Superiori e Professori, tutti di sua fiducia e di larga veduta culturale. Si adoperò di pareggiare gli studi ginnasiali ai programmi governativi ed assicurare a tutti, docenti e alunni, i mezzi più idonei per un insegnamento valido, concreto ed impareggiabile con tutte le scuole dell’Isola. Torna a suo grande merito l’aver fatto sloggiare dai locali del Seminario, dopo una lunga causa civile, il regio ginnasio che dalla sua istituzione (anno 1863) sino all’anno 1892 aveva occupato abusivamente le aule del Seminario prospicienti l’attuale Piazza della Repubblica. Il Rettore Daniele Ajello diede inoltre un grande impulso alla Biblioteca del seminario , che fu arricchita di opere rare e pregiate provenienti dall’umanista Gian Giacomo Adria, dal prof. Simone Corleo,   nonché molte opere insigni di letteratura e storia che ancora oggi costituiscono un ricchissimo patrimonio librario. Promosse le gare e le premiazioni dei seminaristi con esercitazioni  oratorie e teatrali. Con queste attrattive e forme moderne riuscì    ad innalzare l’Istituto nella stima generale. Il suo sistema educativo era basato sull’amore, base della disciplina, mentre veniva bandito il più possibile il timore. Una visione completa della nuova educazione come era richiesta dai tempi nuovi e che egli intuì e si prodigò di realizzare. Dove rifulse il suo coraggio e la sua insigne personalità di uomo e   di sacerdote fu durante moti insurrezionali dei fasci siciliani nel dicembre e gennaio 1894, che recarono danni ingenti alle persone, agli uffici pubblici e alla proprietà privata. Il suo indomito coraggio lo portò a lasciare le aule del seminario, a scendere nella piazza antistante per affrontare di persona i  rivoltosi pronti a tutto. Con parole calde e persuasive, pieno di carità profonda, laddove le guardie armate non erano riuscite, il can Ajello calmò gli animi accesi, persuase i rivoltosi   a miti consigli e a rientrare ciascuno nelle proprie abitazioni senza spargimento di sangue e senza distruzione alcuna sia nei locali del seminario che del municipio. Sgomberata la piazza, il can. Ajello invitò i soldati, che inutilmente si erano adoperati a calmare i rivoltosi, ad entrare nel seminario dove trovarono pane e ristoro mentre il Capitano abbracciando il Rettore diceva: “ragazzi, ecco il vero sacerdote  sempre e dovunque gran benefattore, a Lui la nostra riconoscenza e gratitudine per averci salvati”. Un comunicato ufficiale a firma del sindaco e delle autorità militari fu diffuso in ringraziamento all’azione intrepida del rettore can Daniele Ajello.  Grati a tanto maestro, nel 1896 i docenti  del Seminario sia sacerdoti che laici , apprezzando le sue rare virtù, la sua instancabile attività ed attaccamento al dovere gli vollero offrire pubblicamente una grande medaglia doro. Mai, come durante il suo rettorato, vi fu un così grande numero di posti gratuiti, assegnati con un infallibile senso di giustizia. L’ispezione al sacro Istituto, ordinato dalla congregazione dei seminari ed affidata a mons. Gottardo Scotton, si concluse con un solenne elogio al buon Rettore per la sua ottima ed instancabile attività.  Mons. Scottono, licenziandosi dagli alunni e dai Superiori, stringendo affettuosamente la mano al Rettore ebbe a dire: “Quando sarò dal Papa dirò tutto il bene che ho visto in questo Seminario con i miei occhi”. Il Rettore Ajello aveva dato disposizione ai suoi collaboratori di scoprire il “buono” dovunque fosse, senza preconcetti settoriali, ricco di quel generoso senso di umanità che è il contrassegno dei grandi spiriti che vedono bene quando guardano dall’alto.  Uomo dal cuore grande, attirò su di sé l’attenzione anche del ministro della Pubblica istruzione, on. Nunzio Nasi,  che definì il can. Prof. Daniele Ajello:  “il primo educatore della provincia di Trapani”. Ad additare ai giovani e alla cittadinanza le virtù mirabili dell’educatore can. Daniele Ajello la scuola gli ha voluto titolare il primo circolo didattico della città, dal 2017 “Istituto comprensivo “Borsellino-Ajello”. A reggere   il circolo didattico, oggi istituto comprensivo,  dall’anno scolastico 2014 è stata chiamata la prof.ssa Eleonora Pipitone, mirabile Dirigente Scolastica, già allieva del Liceo Classico “G. G. Adria” di Mazara del Vallo.                              

                                                                                        Sac. Prof. don Pietro Pisciotta


 

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