Mazara nel XVI sec.
Xilografia estratta dall'opera a stampa di G.G. Adria
Topographie
inclyte civitatis Mazariae, Palermo 1515.
Una
delle rarissime immagini del paesaggio urbano delle città della Sicilia del XVI
secolo è la rappresentazione di Mazara nell’opera a stampa di G.G. Adria , Topographia inclytae civitatis Mazariae,(
Panormi 1515 ).Si tratta di un grafico
che ci propone la ricostruzione ideale della Mazara rinascimentale,
caratterizzata dalle cortine merlate a difesa di una bassa e fitta edilizia
abitativa da cui si staccano imponenti gli edifici simboli del potere religioso
e civile e del governo cittadino. Ben distinguibile in questa raffigurazione
urbana è l’emblema del pubblico governo cittadino, rappresentato dalla torre
dell’orologio, che era denominata
loggia, o più comunemente “Lu Toccu”, descritta dall’Adria nel seguente
passo :” ET UBI NUNC EST HOROLOGIUM ERAT PALATIUM ANTIQUUM CUM FORO AMPLO
FIDERICI CLARAMONTIS “.Nel
centro della città, contiguo al palazzo dei Chiaramonte, oggi sede del
vescovado, la loggia era introdotta da un’unica grande arcata tutt'oggi esistente.
Mazara nel XVI sec.Xilografia estratta dall'opera a stampa di G.G. AdriaTopographie inclyte civitatis Mazariae, Palermo 1515. |
Fornice della loggia |
Nel 1451 la civica amministrazione vi collocò l’orologio pubblico,
che fu probabilmente uno dei primi orologi meccanici a carattere urbano
impiantati in Sicilia, dato che Palermo si attrezzerà in tale senso solo sul
finire del XVI secolo.
Nell’Italia dei movimenti comunali la grande novità di queste macchine rispetto all'orologeria ecclesiastica e all'orologeria gentile fu quella del collegamento del meccanismo dell’orologio con le campane: la segnalazione delle ore diventava così soltanto sonora, scandita dal colpo del batacchio della campana, detto “toccu”. Presumibilmente nel contesto mazarese la loggia veniva denominata “Lu Toccu” in riferimento alla presenza dell’orologio sonoro e non tanto per l’arcata da cui si farebbe derivare il toponimo dall’arabo Taq.
Nell’Italia dei movimenti comunali la grande novità di queste macchine rispetto all'orologeria ecclesiastica e all'orologeria gentile fu quella del collegamento del meccanismo dell’orologio con le campane: la segnalazione delle ore diventava così soltanto sonora, scandita dal colpo del batacchio della campana, detto “toccu”. Presumibilmente nel contesto mazarese la loggia veniva denominata “Lu Toccu” in riferimento alla presenza dell’orologio sonoro e non tanto per l’arcata da cui si farebbe derivare il toponimo dall’arabo Taq.
Una delle due campane del Tocco è tutt’oggi esistente e fa parte dell’orologio pubblico di Porta Palermo,collocato nella chiesa della Madonna delle Grazie. Sulla campana è leggibile la seguente iscrizione “ HOC OPUS FIERI FECIT UNIVERSITAS MACZARIE NICOLAUS PISANUS FECIT OC. MCCCCLI.
Nella parte apicale della campana è leggibile la scritta NICOLAUS PISANUS |
1451 l'anno di realizzazione |
Data la duplice rilevanza che riveste l’oggetto, e cioè quella di essere la campana originaria del primo orologio pubblico mazarese e una delle più antiche campane di Sicilia, sarebbe opportuno sostituirla con una copia e tutelare l’originale nel locale Museo Civico. Nel 1603 l’orologio pubblico fu corredato con un quadrante al fine di avere un indicazione delle ore anche visiva. L’evento ci viene descritto da N.A. De Federicis : ”Qui vi è la Loggia o Tocco così detto dal Volgo, il palazzo anticamente delli Chiaramonti dove è nel presente la torre ed offizio delli Giurati magistrato principale nella città con la torre dell’horologio a sfera (quadrante) fatto l’anno passato dai miei colleghi ...”.
La Loggia con la torre dell'orologio |
Nella
prima metà del Seicento l’orologio sarà trasferito ed allocato sulla torre
dell’acqua, che prenderà appunto il nome di
“torre dell’orologio”. Presso la pinacoteca del Museo Diocesano, in una
tela settecentesca raffigurante la festività cittadina in occasione del
battesimo di Ruggero D’Aragona, sono rappresentati i diversi edifici che
delimitavano il Piano Maggiore a mezzogiorno; fra questi vi è la Torre
dell’Orologio, che a quella data si presenta isolata, mentre al presente è
addossata al Seminario Diocesano.
L'antica torre dell'orologio accorpata nel 700 alle fabbriche del seminario
A
causa di dissesti strutturali nel 1890 l’antico orologio fu trasferito in uno dei campanili della chiesa di S.Ignazio
per essere ancora una volta nel 1897 spostato in altro luogo e
precisamente nella chiesa della Madonna delle Grazie detta della Porta, così
come si rileva da una relazione intorno gli orologi pubblici di Mazara fatta
dall’ingegnere capo comunale Nicolò Impeduglia il 6 agosto del 1897, che riportiamo per esteso
: “ La cittadinanza reclama la necessità
dell’impianto di altri pubblici orologi in siti che rispondano ai bisogni locali,
giacchè i due esistenti non soddisfano affatto, essendo quello di S. Michele
provvisto di una macchina, che per la sua vetustà ha bisogno di continue
riparazioni e di conseguenza si fa
sentire ad intermittenza, oltre che detto orologio ha una soneria all’italiana,
che non risponde più alle abitudini dei tempi nostri ; l’ altro orologio di
Piazza Plebiscito, trovasi in un sito non adatto e fu quivi collocato in linea
provvisoria, dietro la demolizione della
torre di piazza Municipio ( fu demolita la sola parte apicale composta da
una struttura muraria che conteneva i
meccanismi dell’orologio). La città
nostra oggidì non è più quella di un tempo racchiusa da alte e spesse muraglie,
ma si è allargata rapidamente con sobborghi degni di considerazioni, ed è
innegabile che diverse piazze si additano come sito di riunione della
cittadinanza, e fra le altre si rilevano subito quella di porta Palermo e
l’altra del Municipio; la prima come centro del movimento agricolo, giacchè in
essa avvengono tutte le riunioni dei contadini, non che i convegni per
recarsi la mattina di buonora
in campagna al lavoro quotidiano, l’altra poi rappresenta il cuore della
città, sia perchè in essa avvi la sede del Miunicipio, sia ancora per l’altri e
vari importanti edifizi che la circuiscono.
L’autorità municipale perciò ha
precelto detti siti per l’impianto di due pubblici orologi e noi abbiamo avuto
disposizione di redigere i progetti per
la costruzione di due torri , una sulla chiesa della Madonna della Porta e
l’altra sul Palazzo Municipale.
Presentiamo per ora il primo
progetto, mentre l’altro sarà redatto quanto prima unitamente alla sistemazione
del Palazzo Municipale.
Torre dell’orologio sulla chiesa
della Madonna della Porta
La chiesa della Madonna della Porta
è di proprietà municipale, e sorge nell’ampia piazza di Porta Palermo, essa
chiesa è larga dalla parte esterna di metri 7,45, lunga metri 19,55 col
prospetto alto metri 10,90 inoltre il pavimento interno si sopraeleva dal
vuoto della piazza di metri 1,16,tanto da accedere alla chiesa con n° 6 gradini
...
..... L’ammontare complessivo di
tutte le opere del progetto ammonta a £.4100, però per completare la torre
dell’orologio bisogna provvedere alla macchina, al quadrante ed all’armaggio.
Il Municipio possiede una macchina di massima forza, con le
relative campane, che in atto si trovano collocate nel campanile del Collegio
però detta macchina, attesa la ristrettezza
del locale ,non funziona tutta ,tanto che le si dovette sopprimere la
parte che riguarda la soneria della mezzanotte e del mezzogiorno ; perciò
si presenta l’occasione di collocare detta macchina nel nuovo edificio di Porta Palermo e
sostituire al Collegio un piccolo orologio, che si possa contenere nella cameretta esistente “ .
La
relazione prosegue con una disamina dei preventivi per la realizzazione della
suddetta opera. Essa oltre a darci notizie molto puntuali sugli orologi
pubblici della Mazara di fine Ottocento,
ci dimostra come l’antica campana
del Tocco sia stata collocata
nell’orologio pubblico di Porta Palermo. A conclusione di queste piccole note
c’è da rilevare, ad ulteriore testimonianza dell’importanza simbolica che la
torre dell’orologio ha avuto nelle epoche passate per le civiche
amministrazioni, che nel bando di
concorso del progetto del Palazzo Pammilo indetto il 27 febbraio del 1956 viene
posta come condizione imprescindibile della realizzazione dell’opera proposta l’inserimento di una torre
dell’orologio “ nella parte anteriore
prospicente la piazza ( ...) più alta del fabbricato non meno di m. 15 e non
più di m.25 “
Mario Tumbiolo
L'antica torre dell'orologio accorpata nel 700 alle fabbriche del seminario |
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