Can. Daniele
Ajello (1845-1915)
La
figura mirabile del can. Daniele Ajello è stata sempre viva nella mente e nel
cuore di quanti lo hanno conosciuto e
hanno fruito della ricchezza spirituale che emanava la sua distinta
personalità. Ammirazione e rispetto caratterizzano il rapporto che Daniele
Ajello come cittadino, sacerdote ed educatore
ha saputo instaurare con professionisti, operai, artigiani, giovani e il
popolo tutto. Nato a Mazara il 19 gennaio 1845 da Luigi Ajello e da Clementina
Montuora, chiuse la sua esperienza
terrena nella stessa città nel 1915
(otto luglio). Cresciuto alla scuola di ottimi genitori dove la fede e le virtù
civili erano il vero emblema della bontà, fu educato ai più sani principi
cristiani: amore verso Dio e il prossimo, amore verso la patria. Il Padre,
Luigi Ajello , oriundo dalla Campania, era fortemente simpatizzante delle nuove
idee che serpeggiavano nel mondo politico del tempo ed, arrivato a Mazara, mise
a disposizione la sua piccola tipografia per contribuire con prudenza alla
causa risorgimentale mentre la polizia teneva sotto osservanza la situazione
politica nella città di Mazara
governata dal vescovo Salomone, amico personale del Re borbonico, ma amante del
vivere sereno, uomo di pace, desideroso
solo di una soluzione pacifica tra liberali e conservatori. In questo clima liberaleggiante crebbe il
piccolo Daniele. La Curia vescovile si serviva della tipografia della famiglia
Ajello, e la madre, donna Clementina, di profonda fede cristiana e di virtù
angelica, affidò presto l’ educazione religiosa e culturale dei figli alla
scuola del Seminario vescovile in Mazara, uno dei principali centri di cultura
del tempo. Nicolò, fratello maggiore, divenuto sacerdote, dotato di forte
ingegno presto divenne membro del Capitolo della cattedrale, ma morì giovanissimo all’età di anni 27. Daniele, di ingegno assai sveglio, si
distinse sempre tra gli alunni
migliori per la vivacità del suo carattere e l’entusiasmo con il quale seguiva
e idee del tempo che circolavano nell’Istituto per la presenza di alunni quale
Simone Corleo, Antonino Castiglione e di dirigenti del Seminario quale
l’arcidiacono Giuseppe Ingianni e il can. Giovanni Errante Parrino nonché il padre Luigi Domingo
e parecchi esponenti del rinnovamento risorgmentale che portò all’unita
d’Italia. I saggi di Scienza e Lettere del seminario di Mazara, pubblicazione
annuale di grande interesse storico e culturale, evidenziano il nome di Daniele
Ajello e di Antonino Castiglione come gli alunni più prestigiosi e promettenti,
le intelligenze eccezionali sulle quali puntavano i superiori del Seminario
Vescovile.
Daniele
Ajello insigne educatore
Ordinato
sacerdote dal vescovo mons. Carmelo Valenti il 10 novembre 1867, celebrò la
prima Messa nella chiesa di sant’Agostino e in quella occasione mons. Gaspare Storiano, suo ex docente,
additò al popolo il novello sacerdote con le parole del vangelo: “Magister
adest et vocat” sicuro presagio del carisma e dei talenti di don Daniele
Ajello; si dedicò infatti subito con
fresca energia ed ammirevole impegno all’educazione cristiana e culturale della
gioventù della quale fu un autentico apostolo. A Mazara creò la Società di
Mutuo Soccorso della quale fu eletto
presidente e richiamò attorno a se i giovani e gli operai per offrire loro
assistenza spirituale e formazione culturale. Rettore della chiesa di san
Basilio ed assistente spirituale dell’oratorio del “sangue di Cristo” fu
instancabile nella sua missione di
pastore e di maestro apprestando la sua opera nella società del tempo dove gli analfabeti arrivavano all’82%..
Pienamente convinto che era necessario operare in tal guisa, chiese
l’autorizzazione di trasformare
l’oratorio del “Sangue di Cristo” in scuola pubblica dove la sera si
riunivano confrati, operai e giovani apprendisti per apprendere liberamente e
gratuitamente i rudimenti della cultura: leggere, scrivere e fare i conti. I
risultati furono sorprendenti, gli alunni assai numerosi e, non bastando più il
piccolo oratorio, si resero necessari i locali annessi ala chiesa di
sant’Agostino. Il regio Provveditore, venuto ad ispezionare la scuola, lodò l’iniziativa
dell’Ajello, si compiacque con tutti i
suoi collaboratori e per la prima volta invitò il Comune a gratificare
l’iniziativa con la somma di lire 7271
per le spese di gestione più urgenti.
Sino ad allora la pubblica istruzione era riservata ed affidata
esclusivamente ai Vescovi della diocesi in virtù del regio decreto di
Ferdinando di Borbone del 1° novembre 1843. Regolata la sua posizione giuridica
e conseguito il diploma magistrale, si dedicò all’insegnamento seguendo la via
già tracciata dal fratello can. Nicolò
Fortunato Ajello, di pochi anni più giovane, sacerdote e docente di Storia
della Filosofia e Filosofia della Storia nel Seminario, uomo di eccelsa
cultura, morto all’età di anni 27 e rimpianto da tutta la cittadinanza. Per suo
personale interessamento presso le autorità scolastiche provinciali, scrive lo
storico avv. Alberto Rizzo M arino, e grazie all’appoggio del padre Vito
Pappalardo, il 17 gennaio 1875 fu istituita la prima Direzione Didattica a
Mazara. Fu scelto come direttore didattico il can. Arcidiacono don Giuseppe
Ingianni, da Marsala, dotto grecista, oratori forbito, di vasta cultura
letteraria classica, il quale scelse come vice direttore il sac. Daniele
Ajello, uomo già sperimentato nella scuola della quale conosceva non solo
l’organizzazione ma anche i bisogni e le necessarie riforme per raggiungere
tutti i settori sociali. Morto l’Ingianni, Daniele Ajello lo sostituì mirabilmente nella Direzione
Didattica e nell’insegnamento della geografia e della storia nella Scuola
Tecnica.
Canonico del Capitolo e Rettore del Seminario
vescovile
Daniele Ajello non dimenticò mai di essere sacerdote e ministro del culto; servì la Chiesa con dedizione profonda lasciando orme indelebili laddove il Vescovo lo chiamò a svolgere il suo servizio conforme ai talenti ricevuti e al carisma dello Spirito. Le benemerenze acquisite nel campo dell’istruzione, l’attività svolta tra i giovani e gli operai, il suo amore per il sacerdozio di cui era stato investito con l’ordinazione presbiterale, la sua squisita e silenziosa attività a favore dei più indigenti furono note positive che spinsero il vescovo mons. Antonino Saeli ad emettere la bolla vescovile del 22 luglio 1886 con la quale Daniele Ajello fu aggregato come membro del Capitolo della Cattedrale, con somma gioia del popolo e del Presbiterio diocesano, nello stesso stallo che era stato occupato dal fratello Nicolò Fortunato Ajello, deceduto alla giovanissima età di anni 27. Avendo in grande stima le virtù sacerdotali e le ottime doti di mente e di cuore del can. Daniele Ajello, il Vescovo, desideroso di dare un assetto valido agli studi del seminario rispondente alle disposizioni della Santa Sede, pensò subito a Lui nominandolo Rettore del Seminario Vescovile, nomina che venne accolta con grande gioia e soddisfazione dalla città di Mazara e da tutto il presbiterio della diocesi. La sua presenza decennale come Rettore è ricordata da tutti come era di rinnovamento e di ripresa per l’istituto . Appena insediatosi, scrive mons. Giovanni Battista Quinci, ciantro del Capitolo e forbito storico della Chiesa di Mazara, nel pregiato volume della Storia del Seminario vescovile di Mazara, scelse nuovi Superiori e Professori, tutti di sua fiducia e di larga veduta culturale. Si adoperò di pareggiare gli studi ginnasiali ai programmi governativi ed assicurare a tutti, docenti e alunni, i mezzi più idonei per un insegnamento valido, concreto ed impareggiabile con tutte le scuole dell’Isola. Torna a suo grande merito l’aver fatto sloggiare dai locali del Seminario, dopo una lunga causa civile, il regio ginnasio che dalla sua istituzione (anno 1863) sino all’anno 1892 aveva occupato abusivamente le aule del Seminario prospicienti l’attuale Piazza della Repubblica. Il Rettore Daniele Ajello diede inoltre un grande impulso alla Biblioteca del seminario , che fu arricchita di opere rare e pregiate provenienti dall’umanista Gian Giacomo Adria, dal prof. Simone Corleo, nonché molte opere insigni di letteratura e storia che ancora oggi costituiscono un ricchissimo patrimonio librario. Promosse le gare e le premiazioni dei seminaristi con esercitazioni oratorie e teatrali. Con queste attrattive e forme moderne riuscì ad innalzare l’Istituto nella stima generale. Il suo sistema educativo era basato sull’amore, base della disciplina, mentre veniva bandito il più possibile il timore. Una visione completa della nuova educazione come era richiesta dai tempi nuovi e che egli intuì e si prodigò di realizzare. Dove rifulse il suo coraggio e la sua insigne personalità di uomo e di sacerdote fu durante moti insurrezionali dei fasci siciliani nel dicembre e gennaio 1894, che recarono danni ingenti alle persone, agli uffici pubblici e alla proprietà privata. Il suo indomito coraggio lo portò a lasciare le aule del seminario, a scendere nella piazza antistante per affrontare di persona i rivoltosi pronti a tutto. Con parole calde e persuasive, pieno di carità profonda, laddove le guardie armate non erano riuscite, il can Ajello calmò gli animi accesi, persuase i rivoltosi a miti consigli e a rientrare ciascuno nelle proprie abitazioni senza spargimento di sangue e senza distruzione alcuna sia nei locali del seminario che del municipio. Sgomberata la piazza, il can. Ajello invitò i soldati, che inutilmente si erano adoperati a calmare i rivoltosi, ad entrare nel seminario dove trovarono pane e ristoro mentre il Capitano abbracciando il Rettore diceva: “ragazzi, ecco il vero sacerdote sempre e dovunque gran benefattore, a Lui la nostra riconoscenza e gratitudine per averci salvati”. Un comunicato ufficiale a firma del sindaco e delle autorità militari fu diffuso in ringraziamento all’azione intrepida del rettore can Daniele Ajello. Grati a tanto maestro, nel 1896 i docenti del Seminario sia sacerdoti che laici , apprezzando le sue rare virtù, la sua instancabile attività ed attaccamento al dovere gli vollero offrire pubblicamente una grande medaglia doro. Mai, come durante il suo rettorato, vi fu un così grande numero di posti gratuiti, assegnati con un infallibile senso di giustizia. L’ispezione al sacro Istituto, ordinato dalla congregazione dei seminari ed affidata a mons. Gottardo Scotton, si concluse con un solenne elogio al buon Rettore per la sua ottima ed instancabile attività. Mons. Scottono, licenziandosi dagli alunni e dai Superiori, stringendo affettuosamente la mano al Rettore ebbe a dire: “Quando sarò dal Papa dirò tutto il bene che ho visto in questo Seminario con i miei occhi”. Il Rettore Ajello aveva dato disposizione ai suoi collaboratori di scoprire il “buono” dovunque fosse, senza preconcetti settoriali, ricco di quel generoso senso di umanità che è il contrassegno dei grandi spiriti che vedono bene quando guardano dall’alto. Uomo dal cuore grande, attirò su di sé l’attenzione anche del ministro della Pubblica istruzione, on. Nunzio Nasi, che definì il can. Prof. Daniele Ajello: “il primo educatore della provincia di Trapani”. Ad additare ai giovani e alla cittadinanza le virtù mirabili dell’educatore can. Daniele Ajello la scuola gli ha voluto titolare il primo circolo didattico della città, dal 2017 “Istituto comprensivo “Borsellino-Ajello”. A reggere il circolo didattico, oggi istituto comprensivo, dall’anno scolastico 2014 è stata chiamata la prof.ssa Eleonora Pipitone, mirabile Dirigente Scolastica, già allieva del Liceo Classico “G. G. Adria” di Mazara del Vallo.
Sac. Prof. don
Pietro Pisciotta