L’Archivio Storico Diocesano di Mazara del Vallo ha accolto
con giubilo un’erma di bronzo che modella la figura del grande storico della
Chiesa mazarese, Giovanni Battista Quinci (1877-1956), nel 140° anniversario
della sua nascita, nell’80° anniversario della pubblicazione della maggiore
opera dello stesso: “Fonti e notizie storiche sul seminario vescovile di
Mazara”. L’opera scultorea dell’artista Enzo Santostefano (1907- 1982),
pittore, scultore e xilografo, rivela l’essenza della sua arte sempre caratterizzata
e calibrata da un senso di concretezza ed equilibrio che l’artista evidenzia ed
esalta nella visione della realtà della
natura che riesce sempre a studiare e a cogliere
più nella profondità che in superficie. Tale è il Santostefano nella pittura
come nella scultura; a suo modo egli costruisce una realtà ideale senza
sillogismi nel rispetto della natura dove si evidenzia analisi e coscienza, pensiero e sensazione.
Se nella pittura si indugia a descrivere e ad annotare minuziosamente i
particolari della realtà ridando vita, forza e idealità, nella scultura emerge
la forza e la dinamicità del soggetto dove pulsa vivacità e misticismo, idealità e concretezza
in una articolata trama che sublima l’opera operando una vera catarsi
nell’animo del fruitore dell’opera
stessa. Giovanni Battista Quinci, ciantro del Capitolo della Cattedrale e
storico forbito, è nato a Mazara del vallo il 2 aprile 1877 da famiglia di
pescatori ed evidenziò sempre il suo grande amore per il mare e per la sua
Mazara che dal mare ha sempre tratto alimento, ricchezza e fortuna. Sacerdote
vero ed autentico, fu coerente con la sua vocazione che lo portò giovanissimo,
cappellano militare ufficiale della regia marina su vari fronti e ne sono prova
i suoi diari manoscritti, vera fonte di notizie inediti riguardanti la vita
militare. Storico della Chiesa di Mazara, da mons. Filippo Pottino, fu definito
cultore di storia civile, religiosa ed artistica della sua Mazara, nonché economista
tanto da promuovere la nascita delle cooperative marittime, la motorizzazione
delle barche e, per quanto riguarda le economie agricole fu ideatore e
promotore della cantina sociale vitivinicola, come si
evince dalle numerose pubblicazioni sulla Cattedrale, sui pittori e scultori
che arricchirono nei secoli questo mirabile Tempio della Diocesi, elevato a “Basilica”
dal Pontefice San Giovanni Paolo II, e soprattutto sulla Storia del Seminario
Vescovile di Mazara, vera fonte inesauribile di notizie relative alla conoscenza e allo studio dei suoi Vescovi, dei
Rettori e degli illustri personaggi che si formarono alla scuola in questo
Istituto, vera oasi per diversi secoli di formazione culturale e umana.
Ispettore ai Monumenti, il Quinci fu assai vigile nella salvaguardia del ricco
patrimonio artistico (pittura, scultura ed architettura) presente nel
territorio della Provincia. Sacerdote e studioso, fu soprattutto uomo per la
sua carica di cultura e umanità. Morì il 16 marzo 1956, all’età di anni 79,
lasciando dietro a sé una scia luminosa e l’immagine del sacerdote e dell’uomo
corretto, profondamente legato alla Chiesa che amorevolmente servì per tutta la
vita, legato alla sua Mazara della quale si vantò sempre di esserne figlio
devoto.
Don
Pietro Pisciotta
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