esperto: arch . Mario Tumbiolo tutor: proff.ssa Ileana Sparacia
La giornata
della memoria (27 gennaio 2018)
Chi sono i nostri fratelli ebrei? Una domanda legittima ed interessante per noi
che abbiamo la stessa fede e ci riconosciamo figli di Abramo nella fede. Abramo
è stato il grande Patriarca a cui fanno
riferimento le tre religioni monoteistiche: ebraica, cristiana e islamica.
Tutti crediamo in un solo Dio grande e misericordioso; una divinità unica che
trascende il mondo creato. Questo Dio
gli ebrei lo chiamano Javhè, gli islamici Allah, noi cristiani Padre nostro; è
però sempre lo stesso Dio che ha creato il cielo e la terra. La lotta di
religione, presente in tante parti del mondo, per grazia di Dio, non ha lambito
la nostra terra dove per secoli cristiani, ebrei ed islamici sono riusciti a
convivere pacificamente. A Mazara non sono mai esistiti ghetti ma autonomamente gli Ebrei si erano
insediati per motivi logistici nel
quartiere di torre Bianca, gli islamici nel rione di San Francesco mentre i cristiani
abitavano soprattutto nel quartiere di san Giovanni. Nei tre rioni sorsero i
luoghi di preghiera: se i cristiani ebbero la Cattedrale, sita di fronte al
castello ruggeriano, gli ebrei ebbero la loro sinagoga, dove oggi sorge la
chiesa di sant’Agostino, gli islamici edificarono la loro moschea dove oggi si
staglia la chiesa di San Nicolò di Bari.
Per gli Ebrei di Sicilia l’anno micidiale fu il 1492
quando Ferdinando il cattolico ed Isabella di Castiglia decretarono
l’espulsione di tutti gli ebrei dalla terra di Sicilia.
Una legge assurda che oggi ci fa pensare allo “shoot”
di itleriana memoria, mentre ricordiamo le parole di Gesù Cristo che, entrando
in Gerusalemme, pianse sulla città santa profetizzando: “di questa città non
resterà pietra su pietra”. Agli apostoli che chiesero allora: quando, Signore,
avverrà questo? Gesù rispose. “non passerà una generazione!”. La storia ci
conferma il grande eccidio dell’anno 70
d.C. quando l’esercito romano circondò la città santa, la mise a ferro e fuoco
e morirono oltre 800.000 ebrei, come attesta lo storico Giuseppe Flavio.
Oggi, grazie al cielo, si notano profondi cambiamenti
tra Ebrei e Cristiani, frutto certamente del dialogo e della cooperazione,
portati avanti con pazienza e in un atmosfera di rispetto e di buona volontà.
La fiducia e la stima reciproca oggi gradualmente hanno preso il posto
dell’incomprensione e delle difficoltà dei tempi antichi. Oggi più che mai,
scriveva il papa san Giovanni Paolo II nel 1995, c’è un urgente bisogno per
tutti di continuare a costruire sulle fondamenta già gettate.
Oggi, ad oltre settant’anni dalla liberazione di
Auschwitz, non possiamo non ricordare
insieme gli orrori della Schoah. Tale
ricordo deve spingere ciascuno di noi a lavorare insieme, in armonia, per
soddisfare la fame e la sete di giustizia innata in ogni essere umano creato ad
immagine divina ( Gen. 1, 26-27). Adoperiamoci tutti perché il dono prezioso
della pace e della civile convivenza dimori nel cuore di tutti uomini e donne
di buona volontà. Pregare e lavorare allo scopo di favorire la pace in Terra
Santa, luogo assai caro agli Ebrei, ai Cristiani e ai Musulmani.
Don Pietro Pisciotta
VISITA ALLA GIUDECCA
DI
MAZARA DEL VALLO
27/01/2018
GUIDE CULTURALI: STUDENTI DEL I.I.S.S..LICEO ADRIA-BALLATORE
PERCORSO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
"LA PIETRA E LA CARTA COME ARCHIVIO DELLA MEMORIA"
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